domenica 15 febbraio 2009

Oscurare internet!!Come in Cina!

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"Il pacchetto sicurezza, recentemente approvato, contiene anche norme che vogliono essere un tentativo di controllare la rete. Critiche, lamentele, battute e polemiche sono già molto numerose."

Nel pacchetto sicurezza sono state incluse anche le norme per controllare Internet, con un'attenzione particolare per Facebook.

Il resoconto della giornata del Senato di ieri, infatti, ricorda le norme per il contrasto all'uso distorto e criminogeno di alcuni social network su internet, che ritroviamo nell'emendamento 50.0.100 all'articolo 50, a opera del senatore D'Alia (UDC-SVP-Aut.), approvato recentemente.

L'emendamento in questione, in sintesi, contiene le seguenti misure:

* Che sia perseguita l'apologia di reato, l'istigazione a delinquere e quella a disobbedire alle leggi su Internet. Il Ministro dell'Interno avrebbe il potere di interrompere l'attività indicato e ordinare agli ISP di filtrare i contenuti.
* Gli ISP devono attivarsi entro 24 ore dall'ordinanza, o affrontare una multa.
* Al quarto comma dell'articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: "col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda".

Il testo non è del tutto chiaro, ma fa capire che ogni riga o immagine che appare in rete potrebbe essere ritenuta un delitto potenziale. Siti, forum, blog, usenet e social network potrebbero ricadere sotto queste norme. A fare chiarezza ci pensa lo stesso D'Alia: "In questo modo diamo concretezza alle nostre iniziative per ripulire la rete, e in particolare il social network 'Facebook', dagli emuli di Riina, Provenzano, delle Br, degli stupratori di Guidonia e di tutti gli altri cattivi esempi cui finora si è dato irresponsabilmente spazio".
Ancora una volta, sembrano ovvietà sulle quali difficilmente non si può essere d'accordo. Certo è curioso che D'Alia non abbia parlato di gruppi neonazisti, di quelli che predicano la superiorità di una razza su un'altra, di quelli xenofobi, di quelli che insultano ed umiliano le donne, e l'elenco potrebbe continuare. D'altra parte "tutti gli altri cattivi esempi" potrebbe essere tutto e niente. Altri parlamentari, di entrambi gli schieramenti, per fortuna si sono accorti anche delle 'altre' devianze, che sono sfuggite a D'Alia.
Con l'emendamento passano al governo poteri che si si aspetterebbe di vedere nelle mani dell'autorità giudiziaria, e sono già in molti quelli che vedono un controllo politico dove ci dovrebbe essere solo una vigilanza sulla legge. Altri vedono già la censura bloccare ogni idea "non allineata", in un novello mondo orwelliano. Siamo d'accordo sul fatto che si offra ai controllori, il Governo, un margine di discrezionalità troppo ampio, che permetterebbe di definire criminali anche chi si schiera su un caso come quello di Eluana Englaro, criminalizzando una o l'altra opinione, a seconda dell'orientamento del governo di turno.
La nostra opinione è semplice: non si può controllare Internet, che per sua natura è incontrollabile: chiunque può accedere e dire la prima cosa che gli passa per la testa. L'unica soluzione è bloccare, oscurare, interi siti, e questa sarebbe vera e propria censura, che non possiamo approvare.
IN BREVE:
Caro cittadino della Rete,
il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea ha raggiunto un accordo politico su norme e direttive fortemente lesive dei diritti dei cittadini europei e dei consumatori. Tale regolamentazione è inclusa nel Pacchetto Telecom, un complesso sistema di cinque Direttive che influenzerà profondamente le leggi degli Stati Membri dell'Unione Europea, Italia inclusa, per molti anni a venire. L'accordo politico del Consiglio stravolge il contenuto del Pacchetto, che con voto democratico, e con l'appoggio della Commissione Europea, il Parlamento Europeo aveva approvato a larghissima maggioranza nel settembre 2008 con emendamenti che garantivano e tutelavano i diritti fondamentali dei cittadini e dei consumatori.

Il 19 febbraio il Parlamento Europeo darà inizio alla Seconda Lettura del Pacchetto Telecom, e se non avrà la forza di opporsi alla volontà del Consiglio dei Ministri, entro pochissimo tempo le leggi dei Paesi Membri dovranno obbligatoriamente adeguarsi con le seguenti conseguenze:

- sarà possibile disconnetterti dalla Rete sulla base di semplici indizi, raccolti da società private senza autorizzazione della magistratura, che facciano sospettare che tu abbia condiviso contenuti protetti da copyright. Il tuo fornitore di accesso Internet sarà obbligato a collaborare con le società private per fornire i tuoi dati, e sarà costretto a procedere alla sospensione del servizio. Non avrai diritto né alla difesa né ad un equo processo;

- il tuo fornitore di accesso sarà libero di filtrare contenuti, servizi e applicazioni a piacimento. Per fare solo un esempio fra i tanti possibili, diventerà lecito e legale bloccare Skype al fine di promuovere e costringerti ad acquistare un servizio VoIP a pagamento;

- il tuo fornitore potrà applicare "differenziazioni di tariffe", e farti pagare abbonamenti aggiuntivi per applicazioni e protocolli specifici, ad esempio per e-mail, FTP, newsgroups, chat, peer-to-peer ecc.; potrà inoltre liberamente decidere a quali siti web potrai accedere senza limitazioni, a quali potrai accedere con de-prioritizzazione del traffico (quindi con rallentamento nello scambio dati), e a quali non potrai accedere affatto;

- qualsiasi società privata, per generici scopi di sicurezza di rete, potrà intercettare, memorizzare a tempo indefinito, leggere e analizzare, tutti i dati che invii e che ricevi sulla Rete senza autorizzazione di alcun organismo governativo, inclusa la magistratura.

Per tutelare i tuoi diritti fondamentali, si è formata un'ampia coalizione europea che riunisce le più importanti associazioni in difesa dei diritti digitali e dei diritti dei consumatori. La coalizione comprende 16 organizzazioni non governative e associazioni che si battono per i diritti dei consumatori, con sedi in 22 Paesi Membri dell'Unione Europea e altri Paesi non Membri. Da settimane rappresentanti della coalizione stanno attivamente partecipando a Brussels al fine di tutelare i tuoi diritti. In Italia le organizzazioni che fanno parte della coalizione sono Altroconsumo, Associazione per il Software Libero, Istituto per le Politiche dell'Innovazione, NNSquad Italia e ScambioEtico.

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