giovedì 18 dicembre 2008

Chiedo scusa a Grillo per aver copiato un'altro servizzio suo,ma devo INFORMARE!!

In Abruzzo metà degli elettori non ha votato. Chiodi ha vinto, Costantini ha perso, ma era uno contro tutti, uno contro Veltrusconi. Per il PDmenoelle era meglio una sconfitta disastrosa che la vittoria di un uomo pulito. E l’ha ottenuta. Il Pdmenoelle voleva come candidato, al posto di Costantini, il sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, arrestato subito dopo le elezioni. Se si fosse presentato e avesse vinto sarebbe stato sindaco per un paio d’ore.
Il partito che non c’è avanza. Alle ultime elezioni politiche (incostituzionali perché non permettevano la scelta del candidato) non ha votato un italiano su quattro, adesso un abruzzese su due. Le retate dei politici proseguono in tutta Italia. Dopo l’Abruzzo, la Basilicata con il fermo del deputato PDmenoelle Margiotta e l’arresto dell’amministratore delegato della Total. Dopo la Basilicata, Napoli con l’arresto di due assessori PDmenoelle e la richiesta di arresto per i parlamentari Italo Bocchino del PDL e Lusetti del PDmenoelle.
I vertici del PDmenoelle non si dimettono, piuttosto preferiscono andare in galera. La Iervolino riflette, D’Alema non si fa processare, Franceschini vuole (tenetevi forte) la questione morale al primo posto e Topo Gigio Veltroni aspetta istruzioni da Arcore e dichiara che “ha innovato troppo poco”. Bassolino sarà premiato dal PDmenoelle con la candidatura alle prossime elezioni europee. Anche Del Turco, appena uscito di galera, ha ottenuto rassicurazioni, ma dal PDL, per sbarcare a Bruxelles e fare una vera politica riformista. Il Parlamento italiano non basta più per contenere tutti gli inquisiti e i condannati. Per fortuna c’è l’Europa.
L’Italia sta sprofondando in un letamaio e in Parlamento si discute della riforma della Giustizia. C’è bisogno della riforma della Politica, non della Giustizia. Due milioni di disoccupati sono in movimento dal centro nord nella capitale. Non sentite gli zoccoli dei bisonti? Arriveranno prima loro o i magistrati? O ci sarà la famosa terza via, quella della fuga a Hammamet?
Vizzini, mi sente? Nella commissione del Senato(*) di cui lei è presidente è ferma la proposta di legge Parlamento Pulito. Un primo passo per la riforma della Politica. 350.000 persone hanno firmato. Se la legge non verrà discussa le inviterò a Roma per chiederle conto del suo silenzio. No ai pregiudicati in Parlamento, due legislature e poi a casa, voto di preferenza per il candidato. Non sono richieste straordinarie, ma l’ABC della democrazia.
PDL e PDmenoelle sono due gemelli siamesi, se li separi muoiono entrambi. Hanno lo stesso cuore, lo stesso cervello, gli stessi pregiudicati.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

(*) La Commissione è presieduta da Vizzini (PDL) e composta da Benedetti Valentini (PDL), Incostante (PD), Adamo (PD), Bodega (LNP), Bastico (PD), Battaglia (PDL), Belisario (IDV), Bianco (PD), Boscetto (PDL), Ceccanti (PD), Cossiga (UDC-SVP-Aut), De Sena (PD), Fazzone (PDL), Lauro (PDL), Malan (PDL), Marino (PD), Mauro (LNP), Nespoli (PDL), Pardi (IDV), Pastore (PDL), Pistorio (Misto), Procacci (PD), Saltamartini (PDL), Sanna (PD), Saro (PDL), Sarro (PDL), Vitali (PD).

sabato 13 dicembre 2008

Econimist batte Berlusconi in tribunale!Ma gli Italiani non lo sanno.Perchè?

Economist batte Silvio Berlusconi in tribunale. E pubblica la sentenza

Il settimanale economico britannico era stato citato per un articolo, “An italian story”, del numero del 26 aprile 2001, la cui copertina titolava “Perché Silvio Berlusconi non è in grado di guidare l'Italia”.

NAZIONALE | 05 settembre 2008 | L'Economist batte Silvio Berlusconi in tribunale, a Milano, che ha condannato il premier a pagare le spese. E' l'esito della causa che Berlusconi intentò quando il periodico economico britannico titolò in copertina“Why Silvio Berlusconi is unfit to lead italy” (Perché Silvio Berlusconi non è in grado di guidare l'Italia), nel numero del 26 aprile 2001. All'interno, l'articolo portato in tribunale: “An Italian story”, che nel giugno seguente Berlusconi citò in giudizio.

Oggi l'Economist dà conto della sua vittoria: “siamo felici di annunciare“che la Corte di Milano ha pubblicato la sentenza che rigetta tutte le rivendicazioni di Mr. Berlusconi e lo ha condannato a pagare le spese. L'intera sentenza, in italiano, è scaricabile qui. L'Economist non farà altro commento. Mr Berlusconi è una volta ancora il primo ministro dell'Italia”. Quasi una vittoria di Pirro, insomma.

Newsrimini.it

giovedì 11 dicembre 2008

Il fallo professionale di Berlusconi Pubblicato Lunedì 8 Dicembre 2008 in Inghilterra

[The Guardian]

Il suo piano per raddoppiare l’IVA alle pay-TV sarà un duro colpo per Sky Italia, di Murdoch. Ma penalizzare i suoi 4,7 milioni di abbonati potrebbe danneggiare il premier italiano.

Quando presentò la propria piattaforma satellitare, Sky Italia, Rupert Murdoch si rifiutò spensieratamente di credere che l’immenso potere di Silvio Berlusconi, nella doppia veste di capo del governo e di magnate dei media, potesse rappresentare una minaccia per la sua azienda. In un’intervista egli affermò che Berlusconi era “un uomo moderno di larghe vedute”. In ogni caso, aggiunse, “il business è business”.

Sarebbe interessante sapere se il padrone di News Corp è dello stesso avviso questa settimana dopo la sua prima grande sconfitta in Italia e dopo aver ricevuto un avviso scottante del fatto che - soprattutto nell’Italia di Berlusconi - il business non è mai solo business, ma, piuttosto, un’attività strettamente legata alla politica.

La tensione fra i due, in costante crescita da anni, finalmente è venuta allo scoperto la scorsa settimana in una disputa che ha dominato le prime pagine e i comunicati stampa in Italia.

In un pacchetto di misure approvato dal Consiglio dei Ministri 8 giorni fa, l’aliquota Iva applicati agli abbonamenti alle pay TV raddoppierà dal primo gennaio. E’ un provvedimento che, come ammesso dal CEO di Sky Italia, Tom Mockridge, potrebbe rallentare la crescita impressionante raggiunta dalla sua azienda durante gli ultimi 5 anni.

Malgrado la campagna mediatica lanciata da Sky, il governo Berlusconi ha usato le linee guida anti-concorrenziali dell’Unione Europea per giustificare ciò che i politici dell’opposizione hanno definito come uno stratagemma di Berlusconi-politico per difendere gli interessi di Berlusconi-imprenditore.

Assicurandosi i diritti televisivi della serie A, il tasso di crescita di Sky Italia ha messo in allarme i propri principali concorrenti della Tv terrestre -Mediaset, controllata da Berlusconi, e la tv pubblica RAI. E’ riuscita a raddoppiare abbondantemente il numero d’abbonati ricevuto nel 2003 raggiungendo i 4,7 milioni, e in una giornata tipo raggiunge il 9% dello share televisivo.

Finora, gli abbonati Sky pagavano la metà dell’aliquota IVA normale del 20%, un taglio che aveva lo scopo di promuovere un’alternativa al “duopolio” esistente. Sky ha chiuso il bilancio in positivo per la prima volta l’anno scorso. La maggior parte dei clienti del suo principale rivale, Premium, appartenente a Mediaset, pagano l’aliquota piena. Mercoledì scorso, una portavoce della Commissione Europea ha confermato che Bruxelles ha comunicato alle autorità italiane che potrebbe aprire un’inchiesta qualora non prendessero misure per sanare questa discrepanza.

La portavoce, tuttavia, ha aggiunto: “Il governo doveva decidere se l’aliquota doveva essere del 10% oppure del 20% per tutti, poiché sono gli stati membri a decidere l’aliquota, non siamo noi.”

Premium possiede soltanto il 6% del mercato delle pay-TV, la sussidiaria di Murdoch ne possiede invece il 92%. Secondo le stime di un analista, la decisione del governo costerà all’azienda del premier soltanto € 12 milioni all’anno, mentre Sky pagherà € 230 milioni. L’aumento dell’IVA fa parte di una serie di misure mirate ad aumentare i consumi, tuttavia, i suoi effetti saranno di segno opposto: rappresentano una riduzione, per quanto modesta, del potere d’acquisto di 4,7 milioni di famiglie abbonate a Sky.

“Con il paese nel mezzo di una crisi economica, Berlusconi pensa di salvaguardare l’azienda di famiglia, penalizzando il proprio concorrente principale” infuriava Antonio Di Pietro, leader del movimento Italia dei Valori. “E’ una disgrazia - una misura da Repubblica delle banane”.

Probabilmente, però, l’attacco più sferzante è venuto da un’altra parte. Domenica scorsa, mentre milioni di tifosi italiani si mettevano di fronte allo schermo per guardare le partite della serie A, la principale conduttrice televisiva di Sky ha rivolto un messaggio a loro. Ilaria D’Amico aveva un messaggio indirizzato sia ai loro cuori sia alle loro tasche. Il governo, ha detto, ha colpito gli interessi delle “famiglie italiane che avevano liberamente scelto d’abbonarsi a Sky”. Il messaggio invitava i telespettatori a manifestare il proprio disappunto scrivendo un’e-mail alla segreteria della Presidenza del Consiglio e forniva anche l’indirizzo per farlo. Mezzo milione di reclami sono arrivati nelle successive due ore.

Sconcertati da questa risposta, alcune persone legate al Presidente del Consiglio hanno esitato e riflettendo ad alta voce hanno detto che l’aumento dell’IVA può essere sempre corretto al momento della ratifica in Parlamento. Persino lo stesso Berlusconi è apparso meno convinto ad un certo punto la settimana scorsa di fronte a quello che sembrava essere un contraccolpo mediatico. Tuttavia, dopo che il Ministro dell’economia Giulio Tremonti ha sottolineato che Bruxelles aveva chiesto al governo di intervenire, è velocemente ritornato sui propri passi.

E’ un po’ meno chiaro, però, se Berlusconi la spunterà. Non solo la sua manovra penalizzerà milioni di votanti; c’è anche il rischio che la faccenda cambi la percezione che la gente ha del Presidente del Consiglio italiano.

Berlusconi salì alla ribalta nella veste di un difensore del libero mercato - un Richard Branson italiano che, durante gli anni ‘80, interruppe il dominio della RAI. Egli sfrutta ancora quest’immagine di paladino del libertà di scelta, ma negli ultimi giorni è parso difendere eccessivamente lo status quo.

A proposito del neozelandese Mockridge, perfino “Il Foglio”, un quotidiano appoggiato dalla moglie di Berlusconi, Veronica, ha dichiarato - rivolgendosi direttamente ai telespettatori - che il suo contrattacco è stato fatto nella miglior tradizione dell’egocentrico Presidente del Consiglio italiano. “Berlusconissimamente” proclamava il giornale.

Cronologia

1998

Dopo mesi di incontri, mirati a risolvere il conflitto d’interessi tra Berlusconi imprenditore e politico, egli rifiuta un’offerta di tre miliardi di euro da parte di Rupert Murdoch per una quota in Mediaset pari al 50,6%.

2001

Murdoch ci riprova, senza successo, ad acquistare l’asset televisivo di Berlusconi.

2003

Murdoch lancia Sky Italia dopo l’avallo dell’UE all’acquisto di Tele+, azienda originariamente fondata da Berlusconi.

2005

Mediset si prende i diritti per il digitale terrestre delle partite in casa delle prime tre squadre di calcio, mettendo così le fondamenta per il lancio del servizio Premium a pagamento.

Sky fa ricorso contro il sussidio governativo pari a € 100 milioni per i decoder del digitale terrestre (ma non per quelli satellitari). L’appello è stato confermato l’anno successivo.

2009

L’aliquota IVA per le pay-Tv raddoppierà al 20%.

[Articolo originale di John Hooper]
Tradotto da http://italiadallestero.info/

mercoledì 10 dicembre 2008

Il Governo Berlusca

FAI CONTARE LA TUA VOCE, FIRMA L’APPELLO!



Carissima/o,

ti allertiamo su un problema che riguarda il servizio civile: la finanziaria prevede una riduzione del 40% rispetto allo stanziamento che il governo ha effettuato l’anno scorso. Se non si dovesse emendare la legge (finanziaria) in discussione, l’anno prossimo si rischia che pochi ragazzi potranno fare domanda.

Infatti i 141 milioni previsti in questo momento potranno solo coprire i costi dei giovani che in atto sono già in servizio e, al massimo, farne partire altri 10.000 a Ottobre 2009 (a fronte dei 30.000 di quest’anno).

Ti invitiamo a fare tuo l’appello redatto da diverse delle più grandi organizzazioni presenti in Italia.

Si punta a un emendamento alla Finanziaria che stanzi 400 milioni di euro per garantire a 60mila giovani di partecipare al servizio civile nazionale.

All’appello hanno già aderito i rappresentanti dei giovani volontari del Servizio civile nazionale, eletti dai ragazzi attualmente in servizio in tutta Italia.

Vai dunque sul sito http://www.firmiamo.it/salviamoscn e clicca per firmare.

Cari saluti.